L’Agricoltura Blu (nata negli Stati Uniti negli anni '30 e conosciuta in tutto il mondo come “agricoltura conservativa”) rappresenta un modello razionale di produzione sostenibile e competitiva, pienamente compatibile con il sistema agricolo perché basato su tre principi fondamentali:

  1. la permanente copertura del suolo da residui colturali per almeno il 30% della superficie;
  2. la semina diretta o la minima lavorazione, senza inversione degli strati;
  3.  gli avvicendamenti colturali.

L’Agricoltura Blu porta numerosi vantaggi sia per l’azienda agricola che per l’ambiente:

  • miglioramento del grado di fertilità biologica del suolo;
  • incremento della sostanza organica e riduzione delle emissioni di CO2;
  • aumento della percentuale di infiltrazione e maggiore ritenzione idrica;
  • migliore struttura del suolo e riduzione dei fenomeni erosivi;
  • minori costi meccanici e risparmio di manodopera.

Obiettivo dell’Agricoltura Blu è promuovere la produzione agricola ottimizzando l’uso delle risorse e contribuendo a migliorare la fertilità del terreno attraverso la gestione integrata del suolo, dell’acqua e delle risorse biologiche in associazione con fattori produttivi esterni. Le arature vengono completamente sostituite da non lavorazioni (semina su sodo) e da lavorazioni molto superficiali.